Franchetti

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Giuseppe Franchetti

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Giuseppe Franchetti muore la sera del 6 aprile 1903, un lunedi. Pressappoco alle 19,30, come annotano i suoi nipoti nel commosso necrologio che appare sui quotidiani mantovani.
Era nato a Mantova il 21 novembre 1824; aveva, dunque, 78 anni. Muore dopo più di due settimane di letto. L'aveva preso, in quella bizzarra primavera del 1903, una broncopolmonite; sembrava essersi ripreso, ma, nella sera del 6 aprile, un attacco di cuore aveva avuto ragione di un fisico ormai debilitato. Muore nella sua abitazione di via Orefici 24, a un passo da quella Camera di commercio che aveva finito col diventare la sua seconda casa. La notizia si diffonde rapidamente in città, e il giorno dopo, martedì 7 aprile, troverà risalto sui due quotidiani mantovani La Provincia di Mantova e la Gazzetta di Mantova.

Annota, per esempio, La Provincia di Mantova: "Ieri sera alle 20 ha cessato di vivere il commendator Giuseppe Franchetti, una delle cospicue personalità di Mantova. Caritatevole, buono, conosciutissimo". Se La Provincia di Mantova, che ha colori radicalsocialisti (sotto la testata si può leggere "giornale della democrazia sociale" che diverrà, pochi anni dopo, "giornale dei socialisti mantovani") lesina spazio nel proporre la notizia della morte di Giuseppe Franchetti, la Gazzetta di Mantova, di impostazione ben più moderata, e, comunque, più votata alla cronaca, e doviziosa di particolari e propone ai suoi lettori un esauriente ritratto dello scomparso. Scrive, infatti, l'anonimo cronista (in quei tempi era difficile leggere la firma dell'autore dell'articolo): "Il commendator Franchetti aveva dedicato tutta la sua lunga vita alle pubbliche cariche amministrative e a opere di beneficenza. Per oltre un trentennio (lo era stato in realtà per 26 anni, ndr), presidente della Camera di commercio, promosse strenuamente i vari interessi cittadini. Appartenne ai consigli della Banca d'Italia e della Banca mutua popolare, assiduo sempre alle sedute dove portava il non piccolo contingente delle suo cognizioni; membro della Congregazione della Carità per vari anni, ne adempiva con singolare abnegazione anche gli Uffici piu modesti, socio della Reale Accademia Virgiliana e membro del consiglio direttivo, fu largo a quel sodalizio che tanto prediligeva di generose elargizioni, che in dati momenti valsero a toglierlo da gravi angustie; copri degnamente cariche onorifiche; membro del comitato del monumento a Virgilio, presidente delle Scuole serali commerciali; presidente per turno mensile della Commissione Israelitica di Culto e Beneficenza, vice presidente del Consorzio Agrario, deputato del Consorzio idraulico di Fossegone Cavanuova, presidente del Consorzio idraulico di IV categoria, Valle di Paiolo, membro effettivo della commissione del primo mandamento di Mantova per le imposte di ricchezza mobile e fabbricati...

"Visse sempre nella sua Mantova, che tanto amava, traendo una vita semplice, modesta e laboriosa; nel suo studio privato riceveva affabilmente ogni persona e nessun postulante partiva da lui senza aver ricevuto un qualche sussidio, onde lascia di se cara e onorata memoria".
La quasi ragionieristica biografia proposta dalla Gazzetta di Mantova può far pensare, con il metro di oggi, al classico accumulatore di cariche, o, se si preferisce, all'altrettanto classico uomo di potere. Ma nel caso di Giuseppe Franchetti simili conclusioni sono del tutto errate.
Ebreo, scapolo, i parenti (tutti benestanti) sparsi per mezz'Italia (a Mantova viveva solo la nipote prediletta, Adele Franchetti, che gli era a fianco nei 17 giorni della malattia che doveva portarlo alla morte), completamente votato al lavoro e alle innumerevoli attività che aveva cominciato a coltivare giovanissimo, Franchetti aveva inseguito per tutta la sua non breve vita un sogno i cui contorni la maggior parte dei mantovani avrebbe potuto conoscere solo con la lettura del testamento. E le cariche, per lo piu non remunerative, che gli avevano accollato negli anni, rappresentavano il naturale riconoscimento di quella che potremmo definire la sua leadership che andava al di la di una milizia politica, delle sue capacità lavorative e innovative (in campo agricolo la sua fama di esperto aveva superato gli stretti confini mantovani: era stato tra i primi ad applicare sui suoi fondi la coltivazione intensiva); dei suoi sforzi per coinvolgere Mantova, città e provincia, in una spinta di progresso.

Era, dunque, il commendator Giuseppe Franchetti, un personaggio di notevole spessore: pluripresidente e cavaliere dell'Ordine Mauriziano. I mantovani lo sapevano bene, e altrettanto bene conoscevano la sua generosità, il suo aprirsi ai poveri, le sue smanie di aiutare i giovani piu votati allo studio e meno abbienti: era lui che, in vita, pagava le borse di studio agli studenti migliori dell'allora Regio istituto tecnico Pitentino.
Ma che la sua generosità potesse superare questi confini già di per se ragguardevoli, i mantovani dovevano accorgersene solo dopo la sua morte.

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