Il Franchetti sostiene un'importante ricerca medico scientifica di due dottori mantovani

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Trevisani, Norsa e GhidiniLa Fondazione Istituto Giuseppe Franchetti ha sostenuto il progetto scientifico di due giovani medici mantovani: Michele Ghidini, Università degli Studi di Milano, e Francesco Trevisani, Università Vita Salute San Raffaele di Milano, che hanno compiuto una ricerca nel campo onco-nefrologico presso l'Institute of Cancer Research di Londra. Lo studio si prefigge di analizzare l'espressione dei microRNAs: ovvero l'epigenetica come nuovo strumento per la diagnosi e la cura delle malattie e del tumore renale.

 

I medici mantovani hanno rilasciato un'intervista alla collaboratrice della Gazzetta di Mantova, Martina Adami, che è stata pubblicata il 27 aprile scorso sul quotidiano locale, che qui riportiamo di seguito:

 

Due giovani medici a Londra per cercare i segreti del tumore

Autori di una ricerca inedita sulla terapia del cancro al rene. In aiuto la Fondazione Franchetti: fondi da enti e aziende

"Due giovani medici a Londra per cercare i segreti del tumore Autori di una ricerca inedita sulla terapia del cancro al rene In aiuto la Fondazione Franchetti: fondi da enti e aziende È mantovano ü progetto di ricerca onco-nefrologico condotto da Michele Ghidini e Francesco Trevisani. Classe 1984, i due medici si sono laureati al San Raffaele di Milano e sono iscritti all'ultimo anno della specialistica in nefrologia (Università Vita e Salute San Raffaele) per Trevisani e oncologia (Istituto clinico Humanitas di Rozzano) per Ghidini. La loro passione li ha portati ad essere capofila di una ricerca, mai affrontata prima, sulle molecole di Rna capaci di regolare l'espressione genica. Uno studio che stanno conducendo ali' Institute of Cancer Research di Londra e che potrebbe avere risvolti molto interessanti nella prevenzione e terapia dei tumori a carico del rene.

Arrivati a Londra per l'ultimo anno di specialistica, hanno trovato riconoscimenti e soddisfazioni, anche se non sono mancate le difficoltà. «Vivere in una città come Londra è stimolante ma impegnativo spiega Ghidini - però là le ricerche sono ampiamente finanziate, fanno parte di una cultura radicata, ci sono associazioni che raccolgono solo fondi per le ricerche mediche. Oltretutto abbiamo la fortuna di es sere in un centro unicamente oncologico che ci garantisce un livello d'eccellenza che in Italia non potremmo mai raggiungere». La ricerca, già presentata in alcuni centri europei, è approdata a Mantova qualche settimana fa, accolta a braccia aperte dalla Fondazione Franchetti, che ha deciso di sostenerla con contributi di enti e ditte italiane, tra cui un'ortofrutta di Ragusa, un'industria alimentare di Rimini, un caseificio del Parmense e un'azienda vinicola di Soave.

«Quando ci è arrivata notizia degli studi condotti dai due giovani medici a Londra, ci è sembrato il minimo supportarli - ha spiegato il presidente dell'Istituto Franchetti, Aldo Norsa - con gli enti partner possiamo sostenere il progetto ed è giusto che la divulgazione parta proprio dalla città natale dei due medici, dove in futuro vorrebbero dar vita a un ambulatorio multidisciplinare per concretizzare la fatica intrapresa all'estero». Unica a livello mondiale, la ricerca si occupa di studiare la tecnica dei microRnas, responsabili dello sviluppo o meno di alcune patologie e complicanze cliniche, in particolare di malattie croniche e oncologiche a carico dei reni.

«Questi biomarcatori - spiega Trevisani - giocano un ruolo fondamentale nel funzionamento renale e nel come la loro attività sia più o meno condizionata da patologie che insorgono in seguito ad interventi, al cronicizzarsi di altre complicanze e a quanto facilitino il processo di metastasi». «L'obiettivo - gli fa eco Ghidini - è capire la correlazione tra dati clinici e genetici, per conoscere in anticipo il rischio di contrarre una malattia personalizzando le cure mediche e farmaceutiche e risparmiando cosi su salute e soldi». Non solo, con queste tecniche di epigenetica (questo il termine scientifico) si riuscirebbe a identificare i microRna legati allo sviluppo del tumore al rene, sia in soggetti sani in cui il gene potrebbe manifestarsi in seguito, sia in quelli già malati. Uno sforzo congiunto per cambiare la medicina moderna, questa la sfida che i due medici mantovani stanno intraprendendo con i primi successi. «Vogliamo pubblicizzare la ri cerca sia per cercare fondi che per aumentare la conoscenza delle patologie legate al rene, sempre più diffuse» spiegano.

Tra maggio e giugno i due medici torneranno in Italia definitivamente per discutere la tesi, proseguire la carriera e dar vita ai loro sogni. La loro intenzione sarebbe anche quella di un appuntamento aperto con la cittadinanza per presentare la ricerca e insistere sul valore della prevenzione delle malattie al rene".

(Martina Adami - Gazzetta di Mantova, 27/04/2015)

Leggi l'intervista anche sul sito Internet della Gazzetta di Mantova on line

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